La dieta a zona è una delle diete più conosciute al mondo, perché rappresenta uno dei modi migliori per dimagrire, per ridurre il rischio di infiammazioni, malattie croniche e per rallentare il processo d’invecchiamento della pelle. È stata creata dal dottor Barry Sears e propone un’alimentazione che stimola la produzione degli eicosanoidi, degli ormoni buoni che migliorano le funzioni dell’organismo. Vediamo dunque come funziona per seguirla correttamente.

Il termine Zona, trattando questo particolare regime alimentare, fa riferimento a un particolare stato metabolico nel quale, secondo Sears, l’organismo sta lavorando nel modo più efficiente possibile. Secondo Sears, il cibo deve essere visto come una sorta di farmaco da assumere ai giusti dosaggi se si vuole che esso raggiunga il suo scopo ovvero il raggiungimento (e il mantenimento) di uno stato psicofisico ottimale.

La dieta a zona è un regime alimentare essenzialmente basato:

  1. sulla riduzione della produzione di insulina che, secondo Sears, sarebbe responsabile di trasformare i carboidrati in eccesso adiposo.
  2. sul controllo degli eicosanoidi, un gruppo di ormoni che comprende, fra gli altri, i leucotrieni, i trombossani, le prostaglandine ecc. Come nel caso di tutti gli ormoni, gli eicosanoidi, oltre a svolgere le funzioni di messaggeri chimici, hanno anche effetti antagonisti (è per questo motivo che, un po’ forzatamente, si parla di eicosanoidi buoni e di eicosanoidi cattivi).

Questa dieta prevede la suddivisione di alimenti nelle categorie “favorevoli”, “da limitare” e “sfavorevoli” in base all’indice glicemico, il valore che va a determinare la produzione dell’insulina.

Favorevoli – In questa categoria rientrano tutti gli alimenti che apportano un buon quantitativo di proteine ad alto valore biologico (carni magre, albume d’uovo, pesce o formaggi freschi magri), lipidi insaturi (pesci ricchi di Omega 3, frutta secca ricca di Omega6, olio extravergine di oliva ricco di omega 9 e simili) e carboidrati a basso indice glicemico (frutta e verdura).

Sfavorevoli – I cibi sconsigliati sono quelli che forniscono grandi quantità di lipidi saturi e colesterolo (carni grasse, insaccati, formaggi grassi, tuorlo d’uovo, burro e simili) e carboidrati raffinati (dolciumi contenenti saccarosio, pasta, pane, riso, altri cereali, leguminose e patate).

Da limitare – Tutti gli alimenti che non rientrano nelle due categorie principali possono essere consumati in modo moderato seguendo i principi della dieta a zona.

La dieta zona è un programma consigliato a chiunque desideri migliorare le proprie performance fisiche e mangiare in modo corretto, tutelando lo stato di buona salute: permette di sentirsi più leggeri, forti e vitali.

Regole della Dieta a Zona

  1. In ogni pasto si devono assumere le giuste proporzioni di carboidrati, proteine e grassi (il rapporto in calorie deve essere 40%-30%-30%).
  2. Tra un pasto e l’altro non devono trascorrere più di 5 ore. Se intercorre un tempo superiore, bisogna fare uno spuntino. In questo modo la giornata si compone di almeno 3 pasti principali e 2 spuntini.
  3. E’ necessario ridurre il più possibile il consumo di dolci, pane, pasta, riso e cereali raffinati ad alto indice glicemico, cioè forti stimolatori d’insulina.
  4. E’ necessario mangiare molta verdura e frutta a basso indice glicemico, cioè carboidrati che stimolano gradatamente l’insulina.
  5. Per avere una risposta ormonale adeguata, uno spuntino dev’essere composto almeno da  un blocchetto di carboidrati, di proteine e di grassi.
  6. L’ultimo spuntino dev’essere quello serale (prima di coricarsi), a meno che non si abbia cenato entro le due ore precedenti.
  7. Come si evince dalla prima regola, la dieta a Zona si diversifica dalla classica piramide alimentare che impone alla sua base i carboidrati (pasta, pane, cereali ecc.). Rispetto alla nostra dieta mediterranea, la dieta a zona riduce i grassi e le proteine ad una piccolissima percentuale, con una quota glucidica del 40% (principalmente sotto forma di frutta e verdura), proteica del 30% (carni e formaggi magri, pesce, uova ecc.) e lipidica del 30% (preferibilmente monoinsaturi come olio di oliva).